LIFTING DEL COLLO (Introduzione).
I recenti sviluppi della tecnologia medica e la crescente domanda di una chirurgia sempre meno invasiva hanno portato ad una maggiore popolarità delle tecniche minimamente invasive per il ringiovanimento del volto e del collo.
Da un lato, molti pazienti si sono allontanati dal lifting "tradizionale" con ampi scollamenti e cicatrici estese anche se poco visibili perchè nascoste. Ciò poichè il lifting "tradizionale" obbliga comunque a lunghi periodi di assenza dal lavoro (almeno 20 giorni od un mese), anche se fornisce i migliori risultati.
D'altra parte, se il ringiovanimento del viso è sempre più richiesto ormai non solo dalle donne ma anche dagli uomini, ed i trattamenti non chirurgici (filler, peelings, iniezioni di aminoacidi e vitamine, laser) ottengono buonissimi risultati migliorando la qualità della pelle, non si può tuttavia attribuire a questi trattamenti non chirurgici un'azione contro il rilassamento della pelle, un'azione cioè che risollevi i tessuti facciali che col tempo tendono a rilassarsi.
Ecco quindi la comparsa (o, meglio, la ri-comparsa) di tecniche meno invasive, chiamate "Soft-Lifting" o "Mini-Lifting" o "Lifting della pausa pranzo". Attenzione, però. Queste tecniche sono veri interventi chirurgici, seppure richiedano uno scollamento cutaneo minore, e vanno paticate da un chirurgo qualificato che sarà in grado di fare una sicura previsione del risultato. Comunque, non chiedano i pazienti dei risultati "immaginifici" con una piccolissima incisione: esistono delle regole anche nei lifting.... (Per esempio: pensiamo di essere distesi nel nostro letto e di avere il torace scoperto perchè la coperta è discesa verso i piedi. Pensiamo adesso di voler tirare la coperta "dai piedi in su verso il nostro torace": dovremo sollevarla ampiamente per poterla tirare verso di noi...Se invece la solleviamo poco, potremo "tirarla in su" molto poco....La stessa cosa accade nei lifting.)
Attualmente si praticano anche dei "mini-lifting" (o "lifting della pausa pranzo") con dei fili di trazione (detti "barb-wire") che vengono introdotti con un'agocannula che fa da tunnel per favorire l'introduzione del barb-wire, ed essere poi sfilata per lasciare in situ il barb-wire. Orbene, alcuni di essi sono validi, soprattutto se usano fili di sospensione (i "barb-wires") che siano riassorbibili...ma va sempre ricordato che in questi casi non viene eseguito nessuno scollamento e si tratta di una trazione pura e semplice della cute (non dei piani muscolofasciali sottostanti)...e perciò il risultato non può essere "straordinario": bisogna soltanto parlarne..bisogna soltanto che il paziente spieghi al chirurgo plastico che cosa desidera, ed il medico presenterà le diverse opzioni. (Mai usare, ovviamente, dei barb-wire che siano non riassorbibili!!)
Diversi, ancora, sono i metodi di sospensione tipo "Endotine" ("ribbon", "trans-bleph", "forehead", "midface ST", "midface B") che sono invece un validissimo sistema di sospensione, che usiamo spesso, e che però richiedono di essere posizionati (guarda un po' !) dopo un ampio scollamento chirurgico.
APTOS
E' il primo nato di questi interventi.
Consiste nell'introdurre, nelle aree soggette a "ptosi" (cioè a "caduta") degli speciali fili di polipropilene, materiale bio-compatibile ma PERMANENTE, muniti di piccolissimi uncini capaci di sostenere i tessuti.
Tecnica.
Non si eseguono incisioni, ma solo piccoli fori attraverso i quali è fatto passare un introduttore cavo (una specie di tubicino che contiene il filo Aptos) sul quale viene "arricciata" dalle mani del chirurgo la pelle del paziente che era rilassata.
Ottenuto il sollevamento desiderato della pelle del paziente, il chirurgo stira fuori il tubicino introduttore e lascia così in sede il filo con gli uncini. Questo filo, ancorato poi a delle strutture di sostegno robuste, come la fascia temporale, sosterrà i tessuti "ptosici".
Intorno a questo filo fornito di uncini, inoltre, il tessuto circostante formerà nei giorni successivi una capsula connettivale che coopera al risultato finale, garantendo stabilità al risultato.
ENDOTINE
Questo sistema era nato per migliorare la procedura di lifting endoscopico del sopracciglio, oggi si è trasformato in un sistema multifunzionale che permette di "sospendere" ed ancorare il sopracciglio, le guance e le regioni laterali del collo.
Il sistema è assolutamente biocompatibile e soprattutto è RIASSORBIBILE in un periodo variabile (l'Endotine per il sopracciglio in tre mesi, l'Endotine detto "ribbon" per il collo in sei mesi).
Tecnica.
Si esegue una piccola incisione di due-tre centimetri entro l'attaccatura dei capelli (per il lifting del sopracciglio) o dietro l'orecchio (per il lifting del collo). Si esegue quindi uno scollamento dell'area che si intende sollevare e si posiziona l'Endotine dentro lo scollamento. I tessuti soprastanti vengono stirati ("come una coperta") al di sopra dell'Endotine ed agganciati ad esso, permettendo loro di rimanere così in posizione. La cute che apparirà "in eccesso" verrà rimossa.
Questo sistema è veramente molto valido perchè associa alla sospensione attuata dall'Endotine anche il suo completo riassorbimento. E' evidente perciò che sarà importante lo scollamento eseguito a livello dei tessuti che vengono poi riposizionati sopra l'Endotine, perchè (scomparso l'Endotine perchè riassorbito) sarà la retrazione fibrosa dello scollamento eseguito ciò che realmente manterrà nel tempo i tessuti in posizione "liftata".
Un altro vantaggio è dato dal fatto che questa tecnica "Endotine" è una metodica chirurgica e non può certo essere eseguita in un ambulatorio, ma solo da mani esperte ed in una sala operatoria attrezzata (anche di una Day surgery).
L'intervento può essere eseguito in anestesia locale, con o senza una blanda sedazione.
S-LIFT
Rispetto alla tecnica tradizionale del lifting, lo S-LIFT del viso agisce in maniera più rispettosa dei tratti somatici in quanto, oltre a non stravolgere minimamente il gioco mimico facciale, evita che la pelle mostri tracce visibili dell'intervento chirurgico.
Questo tipo di lifting segue il principio (come poi vedremo nel MACS-LIFT) del lifting verticale.
Infatti, mentre il lifting cervico-facciale tradizionale (con riposizionamento dello SMAS, cioè dei tessuti fascialie muscolari del volto) esercita una trazione obliqua verso l'alto e l'indietro, questo S-LIFT (ed anche il MACS-LIFT) esercitano un'azione verticale soprattutto a carico del collo e del terzo posteriore del viso.
Pertanto non è possibile chiedere allo S-LIFT od al MACS-LIFT un risultato simile a quello del "lifting cervico-facciale" od a quello del "mid-face lift".
Lo S-LIFT (ed il MACS-LIFT) sono interventi diversi dal lifting tradizionale ed hanno indicazioni diverse ed ottengono risultati diversi.
Tecnica.
Lo S-LIFT inizia con una incisione al davanti dell'orecchio e sotto il lobulo dell'orecchio, ma senza che la incisione debba essere portata in alto fino ai capelli sopra la tempia e nemmeno nei capelli dietro l'orecchio. Ne esiterà perciò una cicatrice pochissimo evidente.
Si esegue quindi uno scollamento della cute nella zona posteriore della guancia e del collo, ma senza scollare anche lo SMAS (cioè il sistema muscolofasciale) sottostante, come invece si fa nel lifting tradizionale.
Si esegue quindi una incisione dello SMAS piccolissima, dipendente dall'effetto che si vuole raggiungere, e si "sospenderà" questo lembetto di SMAS all'angolo dell'orecchio. La cute soprastante verrà poi riposizionata all'indietro ("come una coperta") e ne verrà tagliata la parte eccedente.
Questo S-LIFT trova indicazione in pazienti giovani con buone condizioni cutanee, che presentano una lassità non significativa del sitema muscolofasciale sottostante (lo SMAS) e che desiderano una procedura non invasiva e con un rapido recupero.
E' indicato anche nei casi di lifting "secondario" (cioè ripetuto dopo un veccio lifting: ma dipende sempre da quanto sono "caduti" i tessuti. Abbiamo già detto che è infatti indirizzato verso il sollevamento "verticale" dei tessuti del terzo posteriore di guancia e collo).
Questo tipo di lifting (lo S-LIFT) può essere combinato con peelings chimici, laser terapia, trapianto di grasso autologo (cioè il proprio grasso) con la Lipostruttura di Coleman, ed anche con la blefaroplastica più lifting del sopracciglio.
Questo per rispettare la filosofia che è consigliabile eseguire, in pazienti giovani intorno ai quarant'anni,piuttosto "più piccoli interventi" che un "unico grande intervento": infatti, migliori saranno i risultati (perchè indirizzati verso gli specifici obiettivi di ringiovanimento che il paziente, profondo conoscitore del proprio viso, si è posto), e minore sarà il tempo di recupero alla vita sociale.
Il Chirurgo Plastico specialista, dovrà ovviamente guidare i desideri del paziente, per non creare false illusioni.
MACS-LIFT
Le indicazioni sono simili a quelle dello S-LIFT.
Tecnica.
Il MACS-LIFT (Minimal Access Cranial Suspension) è in pratica una modifica dell'S-LIFT nel quale, incisa la cute (in questo intervento la incisione entra nei capelli della regione della basetta), e scollata la cute, non si esegue alcuna incisione pur piccola dello SMAS. Ciò perchè lo SMAS viene invece "plicato" (come a formare delle "pences") con una sutura verticale ad "U" ed un'altra ad"O", poste al davanti dell'orecchio, per sospendere anche in questo caso il terzo posteriore del volto e del collo, ed anche in questo caso con direzione verticale.
Le suture saranno ancorate alla fascia temporale nella zona della tempia. La sutura non sarà percepibile perchè il nodo (un unico nodo per ogni sutura) viene infossato nei tessuti e diventa impercettibile.
(Può essere aggiunta una terza sutura per sollevare il grasso della zona malare, cioè dello zigomo).
La cute (riposizionata all'indietro dopo il fissaggio delle suture sottostanti) sarà escissa nella sua parte eccedente.
Anche questo MACS-LIFT trova indicazione in pazienti giovani con buone condizioni cutanee, che presentano una lassità non significativa del sitema muscolofasciale sottostante (lo SMAS) e che desiderano una procedura non invasiva e con un rapido recupero.
Anche questo tipo di lifting (il MACS-LIFT) può essere combinato con peelings chimici, laser terapia, trapianto di grasso autologo (cioè il proprio grasso) con la Lipostruttura di Coleman, e con la blefaroplastica più lifting del sopracciglio.
Ciò per rispettare la filosofia che, in pazienti giovani intorno ai quarant'anni, è consigliabile eseguire "più piccoli interventi" che un "unico grande intervento": migliori saranno i risultati (perchè indirizzati verso gli specifici obiettivi di ringiovanimento che il paziente, profondo conoscitore del proprio viso, si è posto), e minore sarà il tempo di recupero alla vita sociale.
Il Chirurgo Plastico specialista, dovrà ovviamente guidare i desideri del paziente, per non creare false illusioni.
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I "PRO" ed i "CONTRO"
Prima di tutto ricordiamo che queste tecniche, richiedendo uno scollamento della sola cute, non possono essere attuate in pazienti FUMATORI, per il rischio di necrosi superficiale del lembo di cute scollato.
Esistono alcune condizioni permittenti, come l'astensione dal fumo per un mese prima e dopo l'intervento (che deve essere garantito e firmato dal paziente sul consenso informato), oppure l'esecuzione soltanto di scollamenti veramente minimi (ma sarà minimo anche il risultato).
Senza queste condizioni (limitatamente permittenti) un paziente fumatore non può essere sottoposto ad alcun intervento di chirurgia estetica.
Entrando nello specifico di questi "LIFTING MINI INVASIVI", dobbiamo evidenziare come ogni tecnica abbia vantaggi e svantaggi.
Dal punto di vista del paziente, la procedura che utilizza unicamente i fili di sospensione può apparire come un escamotage perchè permette di evitare un vero e proprio intervento chirurgico e magari viene eseguita in ambulatorio. Tuttavia, questo sistema di posizionamento di fili di sospensione APTOS, nonostante offra notevoli vantaggi in termini di tempi operatori e di ritorno alla vita sociale del paziente, utilizza dei fili NON RIASSORBIBILI che vengono posizionati "alla cieca" (!!), ovvero l'operatore non può avere mai la certezza assoluta di dove il filo si vada esattamente ad ancorare, e pertanto manca la sicurezza di avere un appiglio solido e duraturo. Ciò può portare a perdita della simmetria se uno dei due fili posizionati (uno per ogni lato del paziente) dovesse sganciarsi, con la necessità di reintervento chirurgico (ove, tra l'altro, si incontrerebbe una grande difficoltà nel togliere il vecchio filo che si è sganciato: non dimentichiamo che questo filo è fornito di uncini). Questi fili non riassorbibili, inoltre, provocano una retrazione cicatriziale lungo il loro decorso, che obbliga il chirurgo plastico, in caso di complicanze, a dover intervenire per estrarre il filo utilizzando un approccoio con tecnica "open", ovvero a cielo aperto.
Riteniamo pertanto che l'uso dei fili di sospensione NON RIASSORBIBILI (Aptos) non sia una tecnica con un giusto equilibrio tra vantaggi e svantaggi, e pertanto preferiamo non praticarla. Il nostro ovviamente è un giudizio personale.
Resta da valutare, invece, l'uso dei fili di sospensione RIASSORBIBILI (che incominciano ad essere usati attualmente): si tratta pur sempre di una metodica in cui il filo è posizionato "alla cieca", e che cerca nella fibrosi che residuerà lungo il tragitto del filo (quando questo sarà stato riassorbito) il proprio mezzo di sospensione dei tessuti. Si tratta comunque di una sospensione "minima", ben diversa da quella che deriva dallo scollamento di un vero e proprio mini-lifting.
Al contrario, riteniamo che le tecniche come lo S-LIFT ed il MACS-LIFT, nonostante richiedano tempi operatori e di recupero più lunghi, offrano una migliore visione dei tessuti (perchè sono "tecniche aperte" ab initio), offrendo la certezza di ancorare il sistema muscolofasciale superficiale (SMAS) e offrendo soprattutto la possibilità di riposizionare il lembo cutaneo con resezione dell'eccesso di pelle. Ciò porta a risultati migliori e, nel lungo termine, più duraturi.
Non va trascurato, inoltre, il dato fondamentale: lo S-LIFT ed il MACS-LIFT (proprio perchè in essi si deve eseguire un piccolo scollamento cutaneo (pur sempre maggiore di quello attuato con l'introduzione di un "filo") esiteranno in una maggiore aderenza e perciò in un effetto maggiore e più duraturo.
Inoltre, esiste sempre la possibilità di migliorare ulteriormente una tecnica come lo S-LIFT con l'aggiunta del sistema Endotine (per esempio del "ribbon" Endotine per il lifting del collo): ciò perchè il posizionamento dell'Endotine è fatto a cielo aperto (dopo lo scollamento dello S-LIFT) e perchè l'Endotine viene fissato sia ai tessuti da sospendere (a valle) sia ad un solido ancoraggio fasciale (a monte), ed infine perchè il sistema Endotine è riassorbibile.
Il MACS-LIFT non necessita invece di alcun "ribbon" perchè in esso (dopo lo scollamento "a vista") già vengono posizionati dei fili di sospensione con controllo visivo diretto (non alla cieca), fili che sono sospesi poi con un unico nodo che viene nascosto entro i tessuti stessi.